La ragazza di Smirne

La ragazza di Smirne

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Si leggono sul web tante idiozie e le si ascoltano, anche, non solo da gente definita comune, ma anche da chi dovrebbe dirigere il Paese verso il bene collettivo.
‘Chiudete le frontiere!’.
Ecco la sparatoria di parole che ho letto stamattina su tante pagine.
L’attentato fondamentalista che si muove in ciascuno di noi comincia proprio dal linguaggio, figlio di un pensiero a sua volta fondamentalista, settario, chiuso, che ci portiamo dietro come la carcassa di un animale putrefatto.
Ma non ne sentiamo il puzzo nauseabondo?
Noi che condanniamo le stragi e poi siamo mentalmente figli e genitori (che è anche peggio!) di questo clima da strage!
E’ così difficile comprendere che la guerra la armiamo noi ogni mattina scegliendo di vivere in eterno conflitto con l’altro da noi, il diverso, il rompipalle che non sopporto, la bisbetica e chi più ne ha più ne metta?
La guerra siamo noi.
E così la pace.
Ho conosciuto una ragazza a Smirne.
Una guida turistica.
Una donna di cultura, in gamba, vestita come me, brillante, curiosa, desiderosa di mostrarci la bellezza e la storia della sua terra.
Una ragazza incantevole. Comunemente incantevole.
La sua terra, la sua amata terra, di cui lei vantava allora la libertà conquistata, OGGI è teatro di violenza.
Non esistono più diritti.
La pedofilia non è più un reato.
E un capo di stato può permettersi di rastrellare tutti i suoi oppositori.
Che ne sarà di quella giovane donna, piena di talento e passione?
Che ne sarà di quella DONNA COME ME?
Siriana o Turca, Tedesca o Francese, Iraniana e Ucraina, siamo tutte uguali.
Siamo tutti uguali.
La famiglia che in Africa è costretta a fuggire su di un barcone, sfidando la morte – e forse trovandola – non è diversa dalla mia famiglia.
Quando questa realtà fondamentale, lampante, chiara, entrerà nella nostra testa e scenderà fino al cuore, allora la smetteremo di armare la guerra dentro di noi.
E la guerra (le mille guerre presenti ora) cesseranno per sempre.
Se vogliamo fermare le stragi, riconosciamo il fondamentalista che ci abita dentro, e una volta stanatolo, mostriamogli che un’altra vita è possibile, un altro mondo è possibile.
Partendo da noi.
Buon Giorno

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