Tocca a me
Gli antichi monaci del deserto, quando una calamità o un evento avverso si manifestava nel mondo, solevano affermare: "Come abbiamo pregato male!". La responsabilità per il mondo è sempre stata un punto di fondamentale importanza per tutti i contemplativi. Dimorare nel divino, infatti, non è fuggire il mondo, ma osservarlo come sorvolandolo dall'alto, per comprenderne con maggiore consapevolezza le dinamiche, i bisogni, le strade, le possibilità. Oggi, come allora, ogni meditante sa di custodire tale responsabilità sedendosi nel suo angolo sconosciuto al mondo. Perché, lì dove l'umanità s'apre a Dio, lì Dio può far rifiorire il suo Giardino. Non forza, Dio, non forza mai le porte! Al massimo le attraversa. Ma sempre dove c'è un ospite che attende. Allora, più ci si spalanca al divino, più si permette a Dio d'abitare la terra, più ci si lascia fare da Lui, più fiorirà la Shalom, che è pace ad ogni livello dell'essere, fisico, emotivo, spirituale. Non tocca ad un altro la sorte del mondo. Tocca a me. Proprio qui. Proprio ora. Restiamo ai nostri posti. Come sentinelle al Giorno. Con amore, Marianna