I Giorni del Solstizio d’inverno

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I Giorni del Solstizio d’inverno

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"Una voce! L'amato mio!
Eccolo, viene
saltando per i monti,
balzando per le colline.
L'amato mio somiglia a una gazzella
o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta
dietro il nostro muro;
guarda dalla finestra,
spia dalle inferriate.

Ora l'amato mio prende a dirmi:
«Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
Perché, ecco, l'inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n'è andata;
i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.
Il fico sta maturando i primi frutti
e le viti in fiore spandono profumo.

Àlzati, amica mia,
mia bella, e vieni, presto!
O mia colomba,
che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è incantevole".

Dal Cantico dei Cantici
Ct 2,8-14

È il tempo del canto interiore.
Della primavera accolta nel cuore
mentre fuori il gelo custodisce 
tutte le cose. 
Nel buio inverno
cresce la Luce
e viene a chiamarci, a stanarci:
"Vieni, mio bel Seme Divino, 
vieni a farti Germoglio, 
vieni e mostra con la tua voce 
il Verbo!".
Al riparo in Dio, nel Suo grembo di Madre,
come tortora nelle fenditure della roccia,
accogliamo il nostro compimento 
che viene
di ciclo in ciclo
con sovrabbondante Grazia.

... le parole sono inadatte... 
il Silenzio ci conduca in questo passaggio 
di Vita Morte Vita
insieme al Sole che viene dall'Alto,
di cui è segno questo Solstizio. 

Con amore, 

Marianna

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