Una tazza di consapevolezza
Soffia il vento. Le campanelle in giardino mi chiamano. Mi alzo per onorare questo Giorno Nuovo. Respiro. I narcisi si muovono eleganti in giardino e l'albicocco mi saluta con piccolissime fioriture rosa. Le tortore vegliano. Quanta Bellezza c'è. Bevo alla mia tazza, lasciandomi catturare dalla danza lenta di ogni cosa. Respiro. La mia tazza è piena di crepe. Quella di Antonio ha un manico appena riparato. Perché mai buttarle via? Sono le tazze che accompagnano i nostri risvegli, hanno una storia. Lo so, sono fuori moda! Riparare è cosa da nonni. Accetto l'essere fuori, ormai, fuori moda, tempo, mondo. Riparare. Questo gesto è così bello. I giapponesi ci mettono l'oro nelle loro riparazioni. Riparare vuol dire rimettere a posto, difendere, anche, qualcosa nella sua essenza, permettergli di continuare ad essere quel che è. E questo tempo mi pare abbia bisogno di riparazioni. 🌸 Nella tradizione hawaiana c'è un mantra molto particolare, lo chiamano Ho'oponopono. Serve a rimettere le cose al proprio posto. Parte dall'idea che tutti siamo responsabili di tutto e che, non potendo sempre aver chiaro come risultiamo direttamente implicati in certe vicende, essendo il 95% delle nostre espressioni manifestazione del nostro patrimonio inconscio, allora c'è bisogno di una scelta di volontà, di un intento che riponga ogni cosa al suo posto. È un mantra di una semplicità disarmante: Mi dispiace. Perdonami. Grazie. Ti amo. Mentre lo recito sento la stessa energia del Kirye eleison, che ho appreso all'inizio della mia storia meditativa. È una dichiarazione a 360°. 🌱 "Mi dispiace. Perdonami" È una richiesta a noi stessi, al piccolo che sempre siamo e che spesso deludiamo, all'altro, che sia presente o in una generazione passata e/o futura, al creato, ai mondi possibili, al Creatore. È un fare il Vuoto, un ripulire i cocci, lasciando che vengano riordinati ad uno ad uno. 🌱 "Grazie. Ti amo" È lasciarsi raggiungere dalla Gratitudine e dall'Amore, perché il Vuoto diventi una nuova creazione. Gli antichi monaci del deserto quando accadevano delle sciagure si dicevano l'un l'altro: "Come abbiamo pregato male!" e entravano più profondamente in preghiera. Rimettevano i cocci davanti alla propria consapevolezza. Permettevano una riparazione. Attenzione, però. Alcuni ancora pensano che le preghiere, i mantra, riparino l'ira divina che si è schiantata su sé stessi o sul mondo. Credo che questa sia la più grande bestemmia. Come se Dio fosse il vendicatore della notte che si aggira, quatto quatto, a misurare le colpe e a stanare i colpevoli per punirli. QUESTO NON È DIO. Non il Dio che amo. Se l'umanità ha nella mente e, peggio, nel cuore questa idea di Dio, capisco le bombe: ci si muove nella propria umanità a seconda dell'idea che si ha di Dio. C'è da riparare. Ognuno può farlo. Oggi. Non domani. Io ho finito la mia tazza fumante. La primavera procede spedita verso la sua fioritura. È sempre una magia! Per chi ha occhi per vederla. Buon Giorno Nuovo, Marianna 🌸