| | 0 Comments

“Signore, per meglio abbracciarti voglio che la mia coscienza diventi vasta come i cieli, la terra e i popoli, profonda come il passato, il deserto e l’oceano, sottile come gli aromi della materia e i pensieri del cuore umano…
Non bisogna forse che io aderisca a te attraverso tutta l’estensione dell’universo e che il mio amore abbia radici ovunque, dal momento che attraverso tutta la superficie del mondo tu ti offri a me perché io ti senta e ti afferri?”.

(P. Teilhard de Chardin)

Questo autore mi è particolarmente caro per la ‘carnalità’ del suo incedere verso Dio.
Tutto è guado verso il divino perchè l’invisibile è attaccato al visibile.
Oggi, in tutto ciò che i nostri sensi toccano, annusano, vedono, percepiscono come porte aperte,
lasciamoci condurre verso il nostro Centro,
lì dove abita, come nel più bello dei tempi, il nostro Dio (qualunque sia il vostro!).

Buon Giorno

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *