Stilla l’abbondanza

Stilla l’abbondanza

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Quanta abbondanza è il sole, arancio fuoco, che si è levato da poco.
Quanta abbondanza il verde risvegliato dalla luce e i canti degli uccelli intorno.
Quanta abbondanza l’aroma del caffè e le tracce di lui in ogni angolo della casa.
Quanta abbondanza il respiro caldo, la quiete.
Quanta abbondanza l’acqua della doccia e le gambe che muovono passi decisi per una nuova giornata di lavoro.
Quanta abbondanza gli incontri, i visi, i colori, gli odori.
Quanta abbondanza le imprese compiute e le sconfitte accolte come passi evolutivi.
Quanta abbondanza ad ogni angolo di questo giorno, pronta a sorprenderci con voluttà.
‘Al Tuo passaggio stilla l’abbondanza’ (Salmo 64, 12).
L’abbondanza che gli occhi accesi dal divino, allenati alla bellezza, sanno riconoscere.
L’abbondanza che non è alla fine del percorso, nell’ammasso di cose da consumare, ma QUI e ORA, in questo frammento di eternità carico di tutti i giorni del mondo.
Quanta abbondanza nascosta in ogni cosa, per noi, solo per noi.

“Tu mi hai fatto senza fine,
a Tuo piacimento.
Tu vuoti e rivuoti questo fragile vaso,
e lo riempi sempre di nuova vita.
Per monti e valli hai portato
questo piccolo flauto di canna,
soffiandovi
melodie eternamente nuove.
Al tocco immortale delle Tue mani 
il mio piccolo cuore
si smarrisce per la gioia
ed effonde parole indicibili.
Su queste mie piccolissime mani
piovono solo per me i Tuoi doni
infiniti.
Passano le età,
e Tu versi
sempre, e sempre c’è da riempire.”
(Tagore)

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